Quali sono le cause di questa patologia così diffusa tra gli insegnanti?

Con specifico riferimento allo scenario scolastico italiano, la causa può essere ricondotta ad alcuni fattori riguardanti:

la peculiarità della professione (il rapporto con studenti e genitori, le classi numerose, la situazione di precariato, la conflittualità tra colleghi, la costante necessità di aggiornamento)

la trasformazione della società verso uno stile di vita sempre più multietnico e multiculturale (crescita considerevole del numero di studenti extracomunitari)

il continuo evolversi della percezione dei valori sociali (inserimento di alunni disabili nelle classi, la delega educativa da parte della famiglia in toto a fronte dell’assenza di genitori-lavoratori o di famiglie monoparentali)

l’evoluzione scientifica ta internet ed informatica

il susseguirsi continuo di riforme (autonomia scolastica, innalzamento della scuola dell’obbligo, anche l’ingresso nel mondo della scuola anticipato all’età di cinque anni e mezzo)

la sempre maggior partecipazione degli studenti alle decisioni e conseguente livellamento dei ruoli con i docenti

il passaggio critico dall’individualismo al lavoro in èquipe

l’inadeguato ruolo istituzionale attribuito/riconosciuto alla professione (retribuzione insoddisfacente, la scarsa considerazione da parte dell’opinione pubblica.etc)

Le reazioni individuali al burnout: quelle da evitare e quelle da assumere

In letteratura sono state descritte e analizzate le reazioni di adattamento (coping strategies) che i singoli insegnanti adottano per far fronte al burnout, nel tentativo di reagire a una situazione che, se non affrontata per tempo e adeguatamente, può degenerare in malattia psico-fisica.

Una classificazione delle reazioni di adattaemento è stata proposta diversificando le stesse in azioni:

POSITIVE:

dirette, miranti cioè ad affrontare positivamente la situazione

NEGATIVE:

diversive, cioè tese a schivare l’evento assumendo un atteggiamento apatico, impersonale, distaccato nei confronti di terzi

di fuga o abbandono dell’attività, per sottrarsi alla situazione stressogena

palliative cioè incentrate sul ricorso a sostanze come caffè, fumo, alcool, farmaci.

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