nutrizionista

Ritrovare il benessere dopo la quarantena non è affatto difficile, anzi.

Dopo l’emergenza Coronavirus, in cui si è parlato ogni giorno di “picchi”, anche la bilancia ha registrato picchi imprevedibili. La sedentarietà, la fame nervosa causata dallo stress e il boom culinario hanno regalato, in media, 3-5 chili di cui tutti vorrebbero liberarsi il prima possibile.

La buona notizia è che recuperare il peso forma, in questo caso, sarà più facile: la ripresa dei ritmi normali e della socialità, ma soprattutto la sensazione di avere nuovamente sotto controllo la propria vita, sono la benzina giusta per ripartire con vitalità e motivazione. In quest’ottica, mettersi a dieta o comunque seguire uno stile alimentare più sano, può essere vissuto come evento positivo, una nuova possibilità per riprendere il controllo della propria vita (e del girovita).

Via i chili di troppo accumulati in modalità “straordinaria”

Tutto, in questi difficili mesi appena passati, ha assunto un significato nuovo e inedito. Anche i chili di troppo sono stati accumulati in modalità “straordinaria”. La quarantena e i nuovi ritmi cui siamo stati costretti ad adattarci, da un giorno all’altro, hanno innescato abitudini alimentari diverse. La maggior parte delle persone ha ammesso di aver dedicato buona parte delle giornate alla cucina, per scaricare la tensione e gestire l’ansia, tenendo la mente impegnata su attività pratiche e gratificanti. Una doppia gratificazione, in questo caso, perché dopo l’impegno profuso arrivava puntuale il “premio” per la gola e il piacere della condivisione (compresa quella virtuale), in un momento in cui il bisogno di calore umano era altissimo. forma-fisicaIl cibo, durante il lockdown, è stato provvidenziale per innescare i meccanismi cerebrali di gratificazione e ricompensa, e, per questo, i suoi effetti sulla bilancia sono passati in secondo piano. Purtroppo, tra le abitudini registrate in questi mesi, c’è stato anche un rapporto più disinvolto con le bevande alcoliche, innescato dalla noia e dalla voglia di evasione. Adesso occorre più che mai ripristinare l’equilibrio alimentare, riconquistando il benessere psicofisico. Possibilmente aggiungendo un tassello: conquistare (anche tramite le nuove abitudini alimentari) una longevità sana, impostando un progetto alimentare a lungo termine, magari a dieci anni e non a un mese, come se fosse una gestione aziendale.

Tornare in forma con una dieta ”psicologicamente” sostenibile

Mangiare meglio, senza troppe restrizioni. Ecco il mantra della remise en forme delle vacanze estive 2020. Per smaltire gli effetti degli eccessi, in questo momento più che mai, è bene evitare gli atteggiamenti troppo restrittivi. Stiamo uscendo già provati da un momento delicato e aggiungere ulteriore stress porterebbe al fallimento. Occorre, quindi, un approccio sereno, equilibrato e light con il cibo che – in estrema sintesi – si traduce in “mangiare ciò che fa bene” senza privarsi di ciò che “ci fa sentire bene”. Se durante la quarantena il cibo aveva assunto un ruolo consolatorio e compensatorio, adesso è il momento di investirlo di una nuova valenza: perdere peso, guadagnando salute e bellezza come atto di amore verso sé stessi.

La dieta “funzionale” che funziona davvero

Per dimagrire e mantenersi in forma non occorre rinunciare ad alcuni alimenti a favore di altri. Anzi. La scienza dimostra esattamente il contrario. Vari lavori scientifici hanno dimostrato, per esempio, che eliminare totalmente i lipidi non aiuta affatto a perdere peso così come non hanno senso, a lungo termine, le diete iperproteiche. La scienza nutrizionale moderna propone un nuovo modo di organizzare i pasti, non più in base ai nutrienti che contengono o alle calorie, ma sfruttando gli effetti sinergici dei cibi sul metabolismo.

La chiave di volta sono le corrette combinazioni alimentari e i differenti sistemi di cottura che ottimizzano il lavoro degli organi preposti alla metabolizzazione, e tengono sotto controllo gli ormoni alla base dell’accumulo di grasso. In pratica, si offrono all’organismo mix di alimenti che danno un effetto metabolico “quasi” immediato. Per esempio, l’eccessiva stimolazione di insulina, dovuta al consumo sregolato di cibi ricchi di zuccheri e carboidrati raffinati, può fare immagazzinare adipe anche se non si mangia in maniera sconsiderata. E quando il girovita si appesantisce a causa di un’alimentazione ad alto indice glicemico, aumenta anche la produzione endogena di molecole infiammatorie e ormoni, come la leptina e l’adiponectina, che predispongono a sindrome metabolica, ipertensione e arteriosclerosi.  A giocare un ruolo fondamentale, come si è detto, è anche il tipo di cottura. Per esempio, ripassare in olio extravergine le verdure da abbinare alla pasta, migliora il flusso biliare che aiuta a tenere sotto controllo il colesterolo assunto con i cibi e modula l’insulina che influisce sulla sua produzione endogena. 

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