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Vaccino CoViD-19: a che punto siamo?

 laboratori di tutto il mondo sono al lavoro: il vaccino contro il SARS-CoV-2 non è ancora pronto, ma secondo alcuni potrebbe esserlo (relativamente) presto.

Vaccino Covid-19

 
Secondo l’OMS un vaccino per difendersi dalla Covid-19 è vicino, ma non dietro l’angolo. | EAMESBOT | SHUTTERSTOCK
  

 
 

I vaccini non si fanno da un giorno all’altro, ma la rapidità è per davvero un aspetto fondamentale, specialmente quando si tratta di un vaccino “di emergenza”, indispensabile per bloccare la diffusione di un’epidemia, come è il caso di quella da CoViD-19, prodotta dal nuovo coronavirus, il SARS-CoV-2: secondo l’OMS, però, dovremo attendere da 12 a 18 mesi (qui il video con le dichiarazioni di Tedros Adhanom Ghebreyesus, dal minuto 32:15). Intanto i team di ricerca di tutto il mondo continuano a lavorare, e Cina e Australia hanno già iniziato la fase di sperimentazione animale.

 

 

VACCINI: DALLA RICERCA AL MERCATO. Il primo passo nella fase di ricerca e sviluppo di un vaccino è identificare l’antigene che induca la risposta immunitaria; una volta ottenuto il vaccino (che può avere come base l’agente infettivo attenuato, ovvero reso non patogeno, o inattivato, ovvero “ucciso”), si passa alla fase di sperimentazione preclinica, durante la quale si effettuano studi in vitro (in provetta) e in vivo (su esseri viventi) per valutare l’efficacia, la qualità e la sicurezza del vaccino. Solo a questo punto iniziano gli studi clinici: il vaccino viene testato inizialmente su alcune decine di persone, poi su un numero crescente di volontari. Prima di essere immesso sul mercato, il vaccino deve quindi essere approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e registrato dalle autorità competenti (AIFA in Italia, EMA in Europa, FDA negli USA).


 


IN CINA STUDI CLINICI A FINE APRILE. La Cina sarebbe già a buon punto con lo sviluppo di un vaccino contro la CoViD-19: «In tutto il mondo si sta lavorando a un potenziale vaccino: ci aspettiamo che i primi studi clinici inizino verso la fine di aprile», ha dichiarato venerdì in conferenza stampa Xu Nanping, viceministro della scienza e della tecnologia. I ricercatori cinesi, ha spiegato Zeng Yixin, vicedirettore della Commissione nazionale cinese per la salute (NHC), stanno sperimentando cinque diversi metodi per ottenere il vaccino: tra gli altri, utilizzare il coronavirus inattivato, produrre proteine che fungano da antigeni servendosi dell’ingegneria genetica, e modificare vaccini antinfluenzali già esistenti. «Al momento, in alcuni laboratori sono iniziate le sperimentazioni animali», ha dichiarato Yixin. 


 


OTTIMISMO IN AUSTRALIA. Anche in Australia si continua a lavorare per produrre un vaccino contro il SARS-CoV-2: il team di ricercatori dell’Università del Queensland ha annunciato venerdì che, dopo tre settimane, è stata conclusa la fase di sperimentazione in vitro, e che sono pronti per iniziare quella in vivo. «Dobbiamo ancora effettuare diversi test per garantire che il vaccino sia sicuro ed efficace», ha dichiarato Peter Høj, vicecancelliere e presidente dell’università australiana. «La tecnologia e la dedizione dei ricercatori testimoniano però che il primo ostacolo è stato superato».

 

La Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) avrebbe chiesto aiuto proprio all’Università del Queensland, dove sarebbe disponibile la tecnologia necessaria per sviluppare il vaccino: «Speriamo di riuscire a produrre un vaccino entro i prossimi sei mesi» aveva dichiarato a fine gennaio Paul Young, direttore della Scuola di chimica e bioscienze molecolari dell’Università del Queensland. «Se così fosse, lo distribuiremmo ai paramedici, per riuscire a limitare la diffusione del virus nel mondo».

 

GLI USA METTONO IL TURBO. È delle ultime ore la notizia secondo cui anche gli USA sarebbero a buon punto nello sviluppo di un vaccino. Moderna, una società farmaceutica di Cambridge, Massachusetts, avrebbe annunciato l’inizio di studi clinici entro la fine di aprile, su circa 20-25 volontari sani. Per i risultati dei test bisognerebbe aspettare fino all’estate, probabilmente luglio o agosto, ma si tratterebbe comunque di tempi record: il vaccino contro la SARS venne sviuppato in venti mesi. «Sarebbe un record mondiale», ha spiegato Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale delle Allergie e Malattie Infettive (NIH). «Mai nessun vaccino è stato realizzato così in fretta».

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